Come si fa la birra con lieviti selvaggi?

L’arte di produrre birra con lieviti selvaggi è un ritorno alle origini, un dialogo tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda. Immaginate un tempo in cui non esistevano ceppi di lievito selezionati in laboratorio, né controlli microbiologici. I mastri birrai affidavano il destino del mosto ai microrganismi presenti nell’aria, nei fiori, nella corteccia degli alberi. Oggi, questa pratica non è solo una nostalgia romantica, ma una scelta consapevole per chi cerca complessità aromatica e un legame autentico con il territorio.

La birra a fermentazione spontanea, come le celebri Lambic belghe, rappresenta l’apice di questa filosofia. Ma come si catturano i lieviti selvaggi? Quali sono i rischi e le opportunità? In questo articolo esploriamo ogni fase del processo, dalla raccolta dei microrganismi all’affinamento, passando per curiosità storiche e consigli pratici.

In questo post

Cosa sono i lieviti selvaggi e perché usarli

I lieviti selvaggi sono microrganismi presenti in natura, non isolati o coltivati in laboratorio. A differenza dei ceppi commerciali come Saccharomyces cerevisiae o S. pastorianus, questi lieviti operano in sinergia con batteri e altri funghi, creando profili aromatici imprevedibili. Brettanomyces, Lactobacillus e Pediococcus sono tra i protagonisti di questa danza microbiologica, responsabili di note terrose, fruttate o acidule.

L’uso di lieviti selvaggi permette di ottenere birre con una firma unica, legata al terroir. Un esempio? Le Gueuze belghe, blend di Lambic giovani e mature, devono il loro carattere ai microrganismi autoctoni della valle dello Zenne. Per approfondire il legame tra territorio e birra, leggi il nostro articolo su come si riconosce una birra artigianale autentica.

Come catturare i lieviti dall’ambiente

La raccolta dei lieviti selvaggi inizia con la preparazione di un “mosto cattura”, una soluzione sterile di malto e acqua lasciata esposta all’aria. Tradizionalmente, i birrai belgi posizionavano tini aperti nei granai, dove i microrganismi si depositavano naturalmente. Oggi, molti produttori artigianali utilizzano tecniche più controllate, come l’esposizione di piastre Petri o l’inoculo di frutti e fiori.

Un metodo innovativo prevede l’uso di legno stagionato. Le botti di quercia, già colonizzate da Brettanomyces, possono essere lavate per recuperare i lieviti. Attenzione: non tutti i microrganismi sono desiderabili. Alcuni batteri possono produrre difetti come l’acido butirrico, che ricorda l’odore di vomito. Per evitare contaminazioni, è essenziale lavorare in ambienti puliti e monitorare costantemente il pH.

Se sei interessato alle tecniche di fermentazione, consulta la nostra guida su come si produce la birra al malto d’orzo.

Il processo di fermentazione spontanea

Una volta catturati i lieviti, il mosto viene raffreddato lentamente per favorire l’azione dei microrganismi. Nelle Lambic, questa fase avviene in tini aperti chiamati coolships, dove il mosto resta esposto tutta la notte. La fermentazione primaria può durare settimane o mesi, con una successione di ceppi dominanti: iniziano i Saccharomyces, seguiti da Brettanomyces e batteri lattici.

Durante questa fase, è cruciale mantenere una temperatura stabile (15-20°C) e limitare l’ossigenazione per evitare l’acetificazione. Un errore comune è utilizzare recipienti metallici: il legno o il vetro sono preferibili perché consentono ai lieviti di aderire alle superfici. Per scoprire come gestire la conservazione delle birre complesse, leggi come si conserva una birra aperta.

Affinamento e maturazione: il ruolo dei batteri

Dopo la fermentazione primaria, molte birre a lieviti selvaggi subiscono un affinamento in botte. Qui, i batteri Lactobacillus e Pediococcus lavorano in sinergia, producendo acido lattico e complessando gli aromi. La Brettanomyces, invece, metabolizza gli zuccheri residui, rilasciando fenoli che ricordano cuoio, tabacco o frutta secca.

Il tempo di maturazione varia da pochi mesi a diversi anni. Una Flanders Red Ale, ad esempio, richiede almeno 18 mesi per sviluppare il suo carattere acidulo e vellutato. Durante questa fase, è possibile effettuare blending, mescolando birre di annate diverse per bilanciare acidità e dolcezza. Per approfondire le tecniche di invecchiamento, consulta cosa significa birra non pastorizzata.

Sfide e soluzioni nella produzione

Produrre birra con lieviti selvaggi è un’arte piena di insidie. La mancanza di controllo microbiologico può portare a contaminazioni indesiderate, mentre i tempi lunghi aumentano i costi. Per mitigare i rischi, molti birrai utilizzano starter ottenuti da catture ambientali, testati in piccoli lotti prima dell’uso su larga scala.

Un’altra sfida è la gestione dell’acidità. Birre troppo acide possono risultare aggressive, mentre un pH troppo alto favorisce i batteri dannosi. L’aggiunta di frutta, come ciliegie o lamponi, non solo arricchisce il profilo aromatico, ma fornisce zuccheri utili alla fermentazione secondaria. Scopri di più sugli abbinamenti con birra alla ciliegia.

Birre iconiche e abbinamenti gourmet

Tra le birre a lieviti selvaggi più celebrate spiccano le Lambic belghe, le American Wild Ales e le Berliner Weisse tedesche. Queste birre si abbinano a piatti strutturati: formaggi erborinati, carni grasse o dessert al cioccolato. Una Gueuze giovane, ad esempio, contrasta splendidamente con ostriche, grazie alla sua acidità vivace.

Per una degustazione ottimale, servite queste birre in calici a tulipano a 10-12°C. Se siete curiosi di esplorare altri stili, date un’occhiata alla nostra selezione di birre da provare almeno una volta nella vita.

Conclusione

Creare birra con lieviti selvaggi è un atto di fiducia nella natura e nella pazienza. Ogni batch è un esperimento, un racconto del territorio e delle stagioni. Che siate homebrewer curiosi o appassionati alla ricerca di sapori autentici, questo viaggio nella fermentazione spontanea vi regalerà emozioni uniche.

Per iniziare, esplorate la nostra selezione di birre artigianali e lasciatevi ispirare dalla complessità dei lieviti selvaggi.

Fonti esterne: Per approfondire la microbiologia della fermentazione, consultate il progetto Milk the Funk, una comunità dedicata alla birra acida e spontanea.

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